ANNO 4 – N. 1-2 GENNAIO-GIUGNO 2022

Ho immaginato Don Guido…


Ho immaginato don Guido dinanzi alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980: tra lo strazio e lo sgomento, il sangue e le macerie, il silenzio e l’urlo di dolore, cercare il senso e la risposta. A tanto odio si può rispondere solo con amore, con un amore più grande che si chiama carità. Ho immaginato don Guido inginocchiato nell’oratorio delle Suore Francescane Adoratrici accanto al sepolcro di Madre Maria Francesca Foresti. Ho immaginato don Guido in adorazione del Santissimo Sacramento, il pane eucaristico nutrimento della sua anima e della sua fede. Ho immaginato don Guido felice di vedere che il piccolo oratorio ospita una folla di 130 adoratori che si danno il cambio per adorare Gesù nelle specie eucaristiche con la santa ambizione di giungere all’adorazione perpetua. Ho immaginato don Guido pregare, pregare tanto, e invitare tutti a pregare, a pregare sempre, senza stancarsi, a bussare continuamente alla porta del cuore di Dio. Ho immaginato don Guido muoversi a piccoli passi con affetto paterno tra i bimbi della scuola materna di Maggio. Ho immaginato don Guido attraversare il prato davanti alla scuola e raggiungere casa Madre Francesca, sede del Partecipa anche tu, che tanto fortemente ha voluto. Ho immaginato don Guido felice che nello spazio di pochi metri Gesù sia presente nella santa eucaristia e nella carità missionaria. La fede e le opere. Ho immaginato don Guido parlarci con mitezza e fermezza, con prudenza e coraggio, con serietà e ironia… come sapeva fare lui. Ho immaginato don Guido tenace nella sua umiltà, fermo nella sua speranza, audace nel seguire i disegni di Dio, perché Lui era il suo tutto, perché se Lui ci chiama ci dà la forza di seguirlo. Ho immaginato don Guido pungolarci con la santa ansia della carità, quella carità che non avrà mai fine, che può superare confini invalicabili e barriere insormontabili, che può riconciliare l’odio e pacificare la violenza. Ho immaginato don Guido invitarci a sfidare la Provvidenza per prenderci cura dei fratelli più poveri e dimenticati. Ho immaginato don Guido guardare i suoi figli spirituali del PAT e ho sperato gioisse della nostra perseveranza nel percorrere la via della carità, la via di Dio che attraverso l’uomo incontra l’uomo. Ho immaginato il sorriso di don Guido, sorriso di chi vive nella comunione dei santi. L’ho immaginato, nel 25° anniversario della sua Pasqua, pregare, lui pastore di tante anime, per tutti noi.
Monica Monari