Marina Fracca

Mettersi in cammino


La mia amicizia con il PAT nasce dall’amicizia con Monica e Giovanna, risalente ai tempi in cui frequentavamo la comunità parrocchiale di S. Maria della Quaderna. Abbiamo condiviso insieme tante belle esperienze, proprie dell’adolescenza, un percorso di crescita nell’amicizia e nella fede alla ricerca delle rispettive strade; mentre io ho proseguito il servizio nella comunità parrocchiale, loro hanno risposto alla chiamata “Partecipa anche tu!” restandone catturate! Nel tempo e grazie a loro, ho imparato non solo a conoscere e ad apprezzare lo stile, il messaggio e il modo di “fare missione” del PAT, ma anche a condividere tante esperienze con gli amici che sono o sono stati in prima linea e che ricordo sempre con grande stima e affetto (in particolare Mario, don Lino e Andrea); grazie a tutti loro ho potuto scoprire il vero signifi cato di “farsi prossimo”. Lo stile familiare, la casa accogliente, la porta sempre aperta, la mano sempre tesa per donare. È questo il PAT che conosco e che porto nel cuore, quello che nonostante le diffi coltà è convinto che valga la pena di continuare a mettere i propri sforzi e le proprie risorse al servizio dei fratelli nel bisogno. Suor Emilia e Ionela in Romania, Sandrino e Serena in Perù, suor Lucia nella periferia di Buenos Aires, padre Marian in Bielorussia e tanti altri ancora sono volti, sono persone che il PAT mi ha fatto conoscere e incontrare. Le loro testimonianze dirette, i racconti di bisogni e di necessità neanche lontanamente somiglianti ai nostri hanno dato un senso al mio fare e donare nella consapevolezza che il PAT rappresenta per tutti loro un fi lo di speranza al quale attaccarsi per non annaspare nella povertà e nella disperazione quotidiane. Conservo nel cuore con grande affetto le parole di augurio inviate a me e a mio marito da Suor Emilia Trif per il 25° anniversario di matrimonio che abbiamo festeggiato nell’ottobre 2013; una festa che abbiamo voluto diventasse anche l’occasione per fare un dono ai 150 bambini e ragazzi della Casa San Giuseppe in Romania; il sorriso sui loro volti, nella foto ricordo che ci hanno spedito, è stato davvero un gran bel regalo. In questi 35 anni di vita del PAT anche la comunità parrocchiale di S. Maria della Quaderna ha collaborato rispondendo alle richieste di aiuto e di solidarietà in vari modi, con offerte, raccolte indumenti, mercatini, spettacoli teatrali di benefi cenza organizzati da noi catechisti con i bimbi del catechismo. Avere questa realtà dentro i confi ni parrocchiali ha portato a un naturale coinvolgimento di noi parrocchiani nelle varie iniziative promosse dal PAT e nell’annuale “E...state in festa”, in collaborazione con gli amici delle comunità parrocchiali di Ozzano e di Pieve con i quali si è creata una bella sinergia. Ritengo che la bellezza e la forza del PAT stiano proprio in questo; nell’essersi circondati di una rete di amici e di collaboratori appartenenti a diverse comunità parrocchiali, a testimonianza di una realtà di Chiesa aperta e in comunione, persone che si sono sentite chiamate, invitate da quello slogan “Partecipa anche tu!” a mettersi in cammino, ad essere come vuole Papa Francesco “Chiesa in uscita”, portatori di speranza, disposti a raggiungere le periferie. Auguro di tutto cuore agli amici del PAT che proseguano nel loro impegno missionario affi dandosi e confi dando nel Signore che sempre vede e provvede, con le braccia aperte ad accogliere chi è nel bisogno, accompagnati e sostenuti dall’aiuto e dalla preghiera di noi tutti, sotto la protezione di Maria, nostra madre celeste.
Marina Fracca