NN 3-4 maggio-agosto 2016

Non chiudere la porta


Ottobre Missionario di Misericordia

IL PROSSIMO 13 novembre in Cattedralea Bologna ci sarà la solenne celebrazione di chiusura di questo Anno Santo della Misericordia, voluto fortemente da Papa Francesco: siamo giunti alla fine di un cammino o siamo pronti ai blocchi di partenza, ricaricati per un “nuovo inizio”? Dobbiamo constatare che purtroppo il cuore dell’uomo – il nostro cuore – troppe volte non è convertito. È sotto gli occhi di tutti che, nonostante i tanti sforzi fatti lodevolmente da molti, la logica delle armi e della sopraffazione, gli interessi oscuri e la violenza continuano a devastare interi Paesi e che quella “terza guerra mondiale strisciante” evocata da Papa Francesco l’abbiamo anche alla porta di casa nostra, in quel Mediterraneo divenuto ormai il più grande e silenzioso cimitero sulla faccia della terra. Non si sa o non si vuole porre fi ne alle estenuanti sofferenze di intere popolazioni e si continuano a violare i più elementari diritti umani, volgendo lo sguardo altrove. La violenza genera violenza e abbiamo l’impressione di trovarci come avvolti in una spirale di prepotenza e di inerzia senza scampo: “mysterium iniquitatis”, di quel male che è presente nell’uomo e nella storia e che ha bisogno di essere redento, riscattato. San Giovanni Paolo II scrive: “Il limite imposto al male, di cui l’uomo è artefi ce e vittima, è in defi nitiva la Divina Misericordia” (Memoria e identità, p. 70). È davvero l’unico limite: la risposta al dramma del male si trova nel mistero di Cristo. Nei volti dei profughi, dei migranti, dei bambini orfani e senza cibo, delle famiglie dilaniate, dei “senzatutto”, la Chiesa scorge il volto del suo Signore. È guardando e toccando le ferite degli altri, che possiamo vedere e toccare anche le nostre ferite: dopo aver quindi sentito tante volte in questo Anno Santo parlare di Misericordia, essa è e deve sempre più diventare la cifra per dirigere i nostri pensieri e le nostre azioni. Vivere nella misericordia non signifi ca contrastare la giustizia: ma rifi utare la vendetta, nonostante il male subìto. Non è un cammino semplice, ma richiede tutto il nostro impegno. “Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?. E Gesù gli rispose: Non dico fi no a sette volte, ma fi no a settanta volte sette” (Mt 18,21-22). Un impegno da vivere a fi anco al Signore, nella sua Grazia che ci guida alla conversione. Per nostra fortuna il Signore è instancabile, non si scoraggia mai per quanto noi possiamo essere un po’ riottosi di fronte alle sue iniziative di salvezza. E con questo Anno Santo della Misericordia ci ha provato, ci prova e sempre ci proverà un’altra volta! Prova un’altra volta a cambiarci, a cambiarci di dentro, ad adeguarci meglio al suo Regno, quel Regno che non è solo annuncio, vaga speranza ma è anche una realtà già in atto, una realtà che ci riguarda da vicino. Poco o tanto, noi lo deludiamo sempre ma per fortuna Lui non si stanca, non desiste dall’incalzarci, dal sospingerci sulla sua strada, che è la strada giusta. Ed io credo davvero che non sia il caso che ci scoraggiamo per i nostri insuccessi passati e presenti, insuccessi di conversione e anche quindi di azione, perché se Lui continua a crederci, ad aspettare fi ducioso che ci mettiamo fi nalmente o continuiamo a fare sul serio e a vivere non solo a parole ma secondo la novità del Vangelo, allora possiamo anche noi augurarci giustamente e sperare che questa sia davvero la volta buona! È con questo Spirito, con quest’Anima, che il “Partecipa anche Tu!” il mese di novembre prossimo tornerà con me e con qualche missionario di buona volontà in Romania, tra i 150 bambini e ragazzi ospiti di casa San Giuseppe a Odorheiu Secuiesc. È con questo Spirito, con quest’Anima, che il “Partecipa anche Tu!” sta progettando insieme ad altre comunità di offrire accoglienza concreta a chi ha dovuto abbandonare tutto e non ha nulla. Non ci fermiamo, non dimentichiamo: e la preghiera, con l’aiuto concreto di tante persone, ci sostengano sempre! “Non chiudere la porta, anche se ho fatto tardi. Non chiudere la tua porta, perché sono venuto a bussare” (liturgia della Settimana Santa).

Alberto Torre 
Presidente